I disturbi gastrointestinali sono molto frequenti nella popolazione, e riguardano sempre più spesso tutte le fasce d’età. Hanno varie cause, ma sono spesso legati a stili di vita frenetici e contesti sociali o lavorativi stressanti. L'alimentazione, sebbene non abbia una funzione terapeutica, svolge un ruolo cruciale nell'insorgenza e nel controllo dei sintomi. Di seguito quindi analizzeremo i disturbi più comuni e gli aspetti della dieta più rilevanti per il benessere gastrointestinale.
Dispepsia funzionale
Disturbo caratterizzato da un rilevante dolore e bruciore epigastrico, una sgradevole percezione di gonfiore a livello dello stomaco, sazietà precoce oltre che da un’eccessiva sensazione di pienezza dopo i pasti. Si tratta di una condizione largamente diffusa tra gli adulti: si stima che il 40% della popolazione sperimenti sintomi riconducibili alla dispepsia nel corso della vita. In caso di dispepsia il consumo del pasto può essere fonte di dolore gastrico e fastidi generalizzati, è bene pertanto seguire alcune indicazioni per ridurre al minimo la sintomatologia.
La pienezza dello stomaco causa dolore e disagi in chi soffre di dispepsia, è bene abituarsi a consumare pasti più piccoli del normale e più frequenti, a intervalli regolari.
Consumare i pasti sempre alla stessa ora, evitando gli orari notturni o di mangiare troppo velocemente è importante per una corretta gestione del disturbo.
Alcol, tè, caffè e cioccolato possono aggravare l’infiammazione gastrica portare a un peggioramento dei sintomi.
Stipsi
Con stipsi, o stitichezza, si intende la prolungata e frequente difficoltà a evacuare correttamente.
Episodi di stipsi possono insorgere per vari motivi, come modifiche repentine della dieta, assunzione di farmaci o cambiamenti dello stile di vita. Alcune patologie ormonali o neurologiche possono influire negativamente sulla funzionalità intestinale e causare stitichezza cronica. La stipsi può manifestarsi facilmente in tutti i sessi e in tutte le fasce d’età.
Indipendentemente dalla causa sottostante, le persone che soffrono di stipsi trovano beneficio dall’alimentarsi in maniera equilibrata, prestando attenzione in particolare a due aspetti:
È necessario consumare buoni quantitativi di fibre solubili e insolubili per facilitare meccanicamente il transito intestinale e migliorare la composizione del microbiota. Per assicurarsi un corretto apporto di fibre è sufficiente rispettare le linee guida per una sana alimentazione, che prevedono 2 porzioni di frutta e 3 porzioni di verdura al giorno, oltre a un un regolare consumo di cereali integrali e di legumi di tutti i tipi;
Una corretta idratazione permette di rendere le feci più morbide e voluminose, e quindi più semplici da espellere. La quantità di acqua di riferimento per un adulto medio è di circa 2L, da aumentare in caso di elevata sudorazione o di intensa attività sportiva.
Non ci sono alimenti da evitare tassativamente in caso di stipsi, ogni soggetto può regolarsi in autonomia secondo le proprie esigenze.
Sindrome del colon irritabile
La sindrome del colon irritabile, anche chiamata sindrome dell’intestino irritabile o del colon spastico, è uno dei più comuni disturbi intestinali. Il sesso femminile, per motivi ancora ignoti, sembra esserne più colpito. Si manifesta in varie modalità, ed è caratterizzato da un dolore addominale più o meno importante connesso a cambiamenti dell’alvo, ovvero della funzione di defecazione.
L’alterazione dell’alvo può verificarsi in direzione diarroica, di stipsi o anche di un’alternanza tra le due forme. Le cause primarie dell’insorgenza della sindrome non sono ancora state identificate, sebbene si ipotizzi un legame con fattori stressogeni fisici e psicologici di varia natura. La sindrome del colon irritabile, a differenza dei disturbi elencati precedentemente, si sviluppa esclusivamente in forma cronica e di solito non si risolve spontaneamente.
Ad oggi non è disponibile un trattamento farmacologico per questa sindrome, per quanto alcuni farmaci possano alleviare alcuni dei sintomi in determinate circostanze. L’attenzione all’alimentazione quotidiana è pertanto l’arma più potente che si possa utilizzare per mitigare i disturbi causati dal colon irritabile. Un approccio dietetico mirato può portare a una quasi completa regressione della sintomatologia dolorosa e a una regolarizzazione dell’alvo.
Ricordiamo quindi i principali fattori dietetici da considerare in caso di sindrome del colon irritabile:
Limitare il più possibile quindi il consumo di caffè, tè, bevande energetiche e alcolici, che possono aumentare la motilità intestinale e irritare le pareti del colon.
Evitare di sovraccaricare l’intestino con grandi quantità di cibo consumato in poco tempo: pasti troppo abbondanti possono essere causa di crampi intestinali e difficoltà nell’evacuazione;
Sia nel caso di alvo stitico che di alvo diarroico è importante consumare adeguate quantità di acqua per agevolare il transito intestinale e scongiurare il rischio di disidratazione.
I FODMAPs sono zuccheri e fibre particolari, che vengono facilmente fermentati dal microbiota intestinale. Si trovano nei latticini, nei legumi, in molti tipi di frutta, di verdura e di cereali. Se notate che alcune tipologie di cibi peggiorano i vostri sintomi rivolgetevi a un nutrizionista o dietologo per stabilire un piano dietetico personalizzato: la dieta a basso contenuto di FODMAPs potrebbe fare al caso vostro, ma il fai-da-te è da evitare.