Non è solo stitichezza: la sindrome della toilette infinita

So bene che per chi è stitico uscire di casa senza aver fatto la cacca può essere una vera tragedia.

Quella sensazione di gonfiore e pesantezza che ti accompagna tutto il giorno, il disagio costante, la preoccupazione di non sapere quando e dove potrai finalmente liberarti. È una sensazione che capisco profondamente, perché è stata anche la mia compagna per anni. Ho lottato a lungo con questo problema, e proprio questa battaglia personale mi ha portato ad approfondire gli studi nel campo della nutrizione e dell'ayurveda, alla ricerca di risposte che la medicina convenzionale non sempre mi dava.

L'importanza di svuotarsi completamente ogni giorno

Una delle prime cose che ho imparato nel mio percorso è che mangiamo tutti i giorni, quindi dovremmo andare in bagno e defecare tutti i giorni. Sembra ovvio, eppure molti di noi hanno normalizzato l'idea di andare in bagno a giorni alterni o anche meno. Secondo l'ayurveda, il momento migliore della giornata per liberarsi è al mattino, quando il corpo è naturalmente predisposto all'eliminazione dopo il riposo notturno. Non si tratta solo di frequenza, ma anche di completezza: lo svuotamento deve essere totale, senza quella fastidiosa sensazione di incompletezza che ti lascia inquieto per ore.

La mia routine mattutina: piccoli rituali che fanno la differenza

Nel tempo ho costruito una routine giornaliera che ha davvero cambiato la mia vita. Appena sveglia, dopo essermi lavata, bevo un bicchiere colmo di acqua calda o tiepida. Questo semplice gesto riattiva il sistema digestivo e stimola la peristalsi intestinale. A volte, se sento che il mio corpo ha bisogno di un aiuto in più, mi dedico a pochi minuti di yoga, concentrandomi soprattutto sulle torsioni che massaggiano dolcemente gli organi interni e stimolano il movimento intestinale.

Poi arriva la colazione, e qui ho fatto una scoperta fondamentale: una colazione calda e prevalentemente liquida prepara l'intestino allo svuotamento in modo molto più efficace rispetto a cibi freddi o secchi. Che si tratti di un porridge, di una zuppa di avena, o di una bevanda nutriente calda, il calore e la consistenza morbida facilitano incredibilmente il processo. E quasi sempre, dopo questa sequenza, lo svuotamento arriva naturalmente.

Lo squatty potty: la svolta che non mi aspettavo

Devo confessare che inizialmente ero scettica quando ho sentito parlare dello squatty potty. Mi sembrava una di quelle mode del benessere senza fondamento scientifico. Invece, usare un supporto sotto i piedi per alzare le ginocchia e assumere una posizione più simile a quella accovacciata è stata una vera rivoluzione. Può essere uno squatty potty vero e proprio, uno sgabellino, o anche una cesta del bucato capovolta: l'importante è che permetta di sollevare le ginocchia rispetto al bacino.

Questa posizione non è solo utile se hai problemi evidenti. Anche se apparentemente non ci sono disfunzioni fisiche rilevate, questa postura facilita lo svuotamento completo e previene problemi futuri. Ma se hai una disfunzione del pavimento pelvico, o anche solo il sospetto di averla, questo strumento diventa davvero necessario, non solo per gestire il problema ma anche per prevenirne il peggioramento.

Se hai quella sensazione di svuotamento incompleto, quella che ti fa tornare in bagno più volte senza mai sentirti davvero liberata, credimi: questa tecnica sarà la tua vera svolta. Una volta che la provi e capisci la differenza, non la abbandonerai mai più. E sì, è importante cercare di usarla anche fuori casa. Può sembrare imbarazzante all'inizio, ma con un po' di creatività si può sempre trovare qualcosa: un cestino dell'immondizia rovesciato, uno zaino, qualsiasi cosa che permetta di sollevare i piedi.

Fibre e idratazione: un equilibrio delicato

Ho notato su me stessa quanto sia cruciale l'equilibrio tra fibre e idratazione. Per anni ho sentito dire "mangia più fibre" come soluzione universale alla stitichezza, e così ho fatto. Ma ho scoperto sulla mia pelle che le fibre, se non accompagnate da sufficiente idratazione, possono creare un vero e proprio tappo intestinale, peggiorando drammaticamente la situazione. Fermentano, creano gas, causano dolore e gonfiore, trasformando quello che dovrebbe essere un rimedio in un incubo.

L'idratazione costante e adeguata è fondamentale. Non basta bere molto in un momento della giornata: l'acqua deve essere distribuita nell'arco di tutte le ore, mantenendo il corpo sempre sufficientemente idratato affinché le fibre possano svolgere il loro lavoro di ammorbidimento e aumento del volume delle feci.

I miei alleati naturali

Nel mio percorso ho sperimentato diversi rimedi naturali, e alcuni sono diventati parte integrante della mia routine. I semi di chia tritati e messi in ammollo per formare budini sono fantastici: creano una consistenza gelatinosa ricca di mucillagini che lubrificano l'intestino. Abbinati al kiwi, che contiene enzimi naturali che favoriscono la digestione, diventano un vero boost per l'intestino pigro.

Le bucce di psillio sono un altro strumento potente, ma vanno usate con attenzione: vanno messe in acqua e bevute immediatamente, prima che si formi quel gel denso praticamente impossibile da deglutire. Anche l'acqua con semi di lino al mattino può aiutare, grazie alle proprietà emollienti e lubrificanti di questi piccoli semi preziosi.

Ma qui viene la parte importante che ho imparato con l'esperienza: tutto questo fa parte di piccoli tasselli che possono aiutare il nostro intestino a lavorare al meglio, ma non bastano da soli. Non esiste una pillola magica, un alimento miracoloso che risolve tutto. È l'insieme di abitudini, la costanza, l'ascolto del proprio corpo che fanno la differenza.

Lo stress: il nemico silenzioso dell'intestino

Lo stress è un altro grande fattore che ho imparato a non sottovalutare mai. L'intestino è il nostro secondo cervello, e quando la mente è in tensione, l'intestino si blocca. Ho scoperto l'importanza della respirazione diaframmatica: respirare profondamente, gonfiando la pancia all'inspirazione e sgonfiandola all'espirazione, massaggia dolcemente gli organi interni e attiva il sistema nervoso parasimpatico, quello del rilassamento e della digestione.

Le posizioni yoga di cui ho accennato prima sono diventate mie alleate quotidiane. Le torsioni, come dicevo, sono eccellenti per stimolare l'intestino attraverso una sorta di massaggio interno. Ma ci sono altre posizioni specifiche che ho trovato particolarmente efficaci: la posizione della ghirlanda (Malasana), che è essenzialmente una posizione accovacciata che apre le anche e stimola naturalmente il movimento intestinale, e la posizione che libera dal vento (Pawanmuktasana), dove ci si sdraia sulla schiena portando le ginocchia al petto, perfetta per rilasciare gas e tensioni addominali.

Non serve dedicare ore alla pratica: anche solo tenere queste posizioni per 5-6 respiri profondi tutti i giorni, magari al mattino prima della colazione, può creare quella regolarità che l'intestino cerca. La costanza è più importante dell'intensità.

Ascoltare il proprio corpo

Voglio essere chiara: se la situazione persiste, se hai dolori inspiegabili, sangue nelle feci, o cambiamenti improvvisi nelle tue abitudini intestinali, è fondamentale rivolgersi a un medico. Non c'è saggezza antica o rimedio naturale che possa sostituire un'adeguata valutazione medica quando serve.

Ma allo stesso tempo, ciò che ho imparato in tutti questi anni di studio e sperimentazione su me stessa è l'importanza di rimanere in ascolto dei bisogni del nostro corpo. Nessuno conosce il tuo intestino meglio di te. Osserva come reagisce a certi alimenti, nota quando funziona meglio, riconosci i segnali di stress che ti invia. Questo dialogo costante con il tuo corpo è il vero segreto per trovare l'equilibrio che funziona per te.

La strada verso la regolarità intestinale non è sempre lineare, e quello che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. Ma con pazienza, ascolto e piccoli aggiustamenti quotidiani, ho imparato che è possibile ritrovare quel benessere che sembrava così lontano. E oggi, quando esco di casa al mattino, lo faccio sentendomi leggera e libera, come dovrebbe essere ogni giorno.

Cibo Corpo Mente

Alessia Ingrasciotta

Pubblicato il 03/11/25

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