Quante volte, facendo la spesa, hai letto sigle come DOP, IGP, BIO o STG e hai pensato: “Suona bene, lo prendo”?
Ecco, capita a tutti. Ma sapere davvero cosa significano questi bollini non è solo un vezzo da appassionati: ci aiuta a scegliere meglio, mangiare consapevolmente e capire cosa stiamo portando a tavola.
In un mondo dove il marketing urla “naturale”, “artigianale” e “qualità” anche dove non ce n’è, queste sigle fanno la differenza. Ecco una mini guida per decifrarle.
DOP – Denominazione di Origine Protetta
Quando trovi un prodotto con il bollino DOP, puoi star certo che è completamente legato al suo territorio di origine. Dalla materia prima alla trasformazione, fino al confezionamento, tutto avviene in una precisa zona geografica e secondo tecniche tradizionali, spesso tramandate da generazioni.
Un prodotto DOP non può essere replicato altrove: non è solo un sapore, è un pezzo di storia, di cultura e di biodiversità locale.
Pensaci la prossima volta che grattugi del Parmigiano Reggiano sulla pasta: stai portando a tavola una filiera intera, fatta di tempo, mani esperte e territorio.
Esempi: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Mozzarella di Bufala Campana
Significa: origine totale certificata, tradizione garantita
IGP – Indicazione Geografica Protetta
La sigla IGP indica che almeno una fase del processo produttivo avviene in una zona specifica, che conferisce caratteristiche distintive al prodotto. Non è necessario che tutto venga fatto lì (come nel caso della DOP), ma l’identità del prodotto è comunque legata a un luogo preciso.
È un marchio molto usato per specialità locali che hanno guadagnato fama grazie alle tradizioni o alle condizioni uniche di un’area geografica.
È meno rigido, ma non meno importante: anche qui parliamo di tracciabilità e qualità controllata.
Esempi: Aceto Balsamico di Modena, Lenticchie di Castelluccio di Norcia
Significa: connessione con il territorio, controllo della filiera
STG – Specialità Tradizionale Garantita
STG è forse il più “romantico” dei bollini: non riguarda dove viene fatto il prodotto, ma come.
Qui il cuore è la ricetta tradizionale, preparata sempre allo stesso modo da almeno 30 anni, con ingredienti e metodi codificati.
Questo marchio tutela la conoscenza gastronomica collettiva: è un modo per dire “questa cosa si fa così da sempre, e nessuno può spacciare una versione casuale per autentica”.
Esempi: Pizza Napoletana STG, Mozzarella STG
Significa: ricetta storica, tecnica protetta
BIO – Agricoltura Biologica
Il marchio BIO certifica che un prodotto è stato coltivato o allevato seguendo pratiche rispettose della natura e della salute: senza pesticidi chimici, senza fertilizzanti di sintesi, senza OGM, e nel rispetto del benessere animale.
Oltre a essere una scelta ambientale, per molte persone è anche una scelta digestiva: meno residui chimici, più fibre, più qualità nutrizionale.
Se hai un intestino sensibile, lo avrai notato: se mangi bio senti la differenza.
Esempi: frutta e verdura bio, uova bio, pasta biologica
Significa: cura del suolo, rispetto dell’organismo, sostenibilità certificata
FSC – Forest Stewardship Council
Questo marchio non riguarda il cibo direttamente, ma spesso accompagna ciò che lo contiene: confezioni, etichette, cartoni, involucri. Indica che il legno o la carta utilizzati provengono da foreste gestite in modo responsabile, rispettando criteri ambientali, sociali ed economici.
Scegliere un packaging con certificazione FSC è un gesto piccolo ma concreto per ridurre l’impatto delle nostre abitudini quotidiane.
Esempi: scatole di tè, confezioni di pasta, imballaggi di prodotti alimentari
Significa: sostenibilità fuori dal piatto, ma sempre sulla tua tavola
VEGAN OK
Questo bollino certifica che il prodotto non contiene ingredienti di origine animale, e che l’intera filiera (compresi i test) è cruelty-free. È utile non solo per chi segue un’alimentazione vegana, ma anche per chi cerca alternative vegetali più etiche o leggere.
Esempi: snack vegetali, burger plant-based, dessert al cocco
Significa: prodotto 100% vegetale e non testato su animali
Fairtrade
Il bollino Fairtrade ti dice che chi ha coltivato quel prodotto è stato pagato il giusto, in condizioni di lavoro eque e dignitose. È molto diffuso su alimenti come caffè, cacao, zucchero di canna e banane, che provengono da filiere lunghe e spesso complesse.
Sceglierlo significa fare la spesa con coscienza globale, e dare valore anche alle mani lontane che hanno contribuito al tuo cibo.
Esempi: cioccolato, tè, zucchero, caffè
Significa: giustizia nella filiera, scelta etica
Ecolabel (marchio europeo)
Non riguarda direttamente il cibo, ma entra in gioco quando parliamo di stoviglie, detergenti o carta da cucina. Certifica che il prodotto ha un basso impatto ambientale lungo tutto il suo ciclo di vita: dalla produzione allo smaltimento.
È perfetto per chi vuole fare scelte sostenibili anche nella routine di cucina, senza cadere nel greenwashing.
Esempi: piatti compostabili, detersivi, carta assorbente
Significa: ecosostenibilità reale, verificata dall’Unione Europea
In conclusione: meno confusione, più consapevolezza
Queste sigle non sono solo bollini decorativi: sono strumenti di lettura che ti aiutano a capire cosa stai mettendo nel carrello e nel piatto.
Più ne sai, più puoi scegliere con la testa, con la pancia, e con il cuore.