La nostra cacca nasconde un messaggio in codice. Decifralo con la scala di Bristol

Ti sei mai preso un attimo per osservare il frutto della tua digestione prima di tirare lo sciacquone? Se lo hai fatto non c’è niente di cui vergognarsi. 

Oltre ad un naturale e innato senso di curiosità, questa abitudine ci permette di ricevere ed individuare per tempo messaggi dal nostro corpo.

La cacca in effetti, non è solo lo scarto del nostro organismo ma una vera e propria notifica, un codice morse che al posto di punti e trattini ha forma e consistenza.

Come comprendere il contenuto di questi messaggi che riceviamo quotidianamente? 

Grazie ad un importante aiuto: la scala di Bristol.

Un vero e proprio strumento medico diagnostico creato allo scopo di classificare le feci umane. 

Riesce a comunicarci molto, ad esempio: quanto tempo sono rimaste le feci nell’intestino, se una cura che stiamo seguendo faccia al caso nostro, come modificare le nostre abitudini alimentari e molto altro.

SOS: a che gradino sei?

La struttura della scala individua sette diversi livelli utili alla valutazione della forma e consistenza delle feci. 

A loro volta, questi 7 livelli vengono suddivisi in 3 macrogruppi a cui si possono associare delle “macrosoluzioni” a seconda del disturbo o esigenza che la cacca ci avrà comunicato.

Nello specifico:

Tipo 1: Grumi duri e separati tra loro, con forma di noci o nocciole (difficili da espellere)

Tipo 2: Grumi uniti tra loro, con l'aspetto di una salsiccia

Tipo 3: A forma di salame, con eventuali crepe in superficie

Tipo 4: A forma di salsiccia o serpente, liscia e morbida; espulse con facilità, lasciano la sensazione di completo svuotamento intestinale

Tipo 5: Frammenti morbidi e separati, con margini ben definiti (facile da evacuare)

Tipo 6: Pezzi flocculari o informi, con bordi irregolari; feci pastose e frastagliate

Tipo 7: Acquosa e liquida, senza parti solide

Tipi 1 e 2: è un duro lavoro, ma qualcuno dovrà farlo.

Questo è il gruppo della stipsi, i primi due tipi sono caratterizzati da feci dure e secche.

In questo caso probabilmente queste noccioline sono rimaste troppo a lungo nel nostro intestino.

Cosa fare?

  • Bere più acqua

  • Integrare fibre nella propria alimentazione

  • Fare esercizio fisico o passeggiare a lungo

  • Assumere un buon integratore o probiotico

Tipi 3, 4 e 5: parola d’ordine, soddisfazione.

Specchio di un intestino che lavora bene, questi tre tipi non generano grosse preoccupazioni.

Il microbiota è in equilibrio, quindi le feci riescono ad essere formate correttamente dai batteri che fanno in maniera eccellente il proprio lavoro.

Tipi 6 e 7: non può piovere per sempre.

L’ultimo è il gruppo della diarrea, la cui origine non è sempre immediatamente individuabile perchè varia.

In questo intestino avviene un transito troppo rapido e l’acqua presente nelle feci non riesce ad essere assorbita dall’organismo. 

Al microbiota manca equilibrio, quindi un supporto probiotico mirato potrebbe aiutare a ristabilire la salute della flora batterica.

Per te la cacca non ha più segreti

Ora hai tutti gli strumenti per decretare a che tipo di feci appartengono quelle che produci più di frequente, è importante monitorare i cambiamenti soprattutto se repentini, inizia a farlo.

Nei casi di sindrome dell’intestino irritabile poi, frequentemente soggetti ad alterazioni della consistenza delle feci, il controllo è ancor più essenziale.


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